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Le origini: la Schola Saxonum
Le origini: la Schola Saxonum

Nel 1198 nasce l’Ospedale di Santo Spirito in Sassia, gestito dall'omonima confraternita che forniva assistenza caritatevole ai poveri e ai bisognosi. Nel 1201 è annessa la chiesa di Santa Maria in Sassia. Tra le meraviglie che ospita il complesso ospedaliero, ne è un esempio la Corsia Sistina.

Nel 1198 nasce l’Ospedale di Santo Spirito in Sassia, gestito dall'omonima confraternita che forniva assistenza caritatevole ai poveri e ai bisognosi. Nel 1201 è annessa la chiesa di Santa Maria in Sassia. Tra le meraviglie che ospita il complesso ospedaliero, ne è un esempio la Corsia Sistina.

Ospedale Santo

Spirito in Sassia

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Lungotevere in Sassia, 3, 00193,

Roma, RM

Linea ATAC 40 - 46 - 64 - 571 - 916 - 881 - 98 2 - 62 - 23

Lun, Mer, Ven

9.30 - 12.30

+390668352433

+390668210854

Metro linea A, fermata Ottaviano

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Nel 1198 papa Innocenzo III decise di trasformare la Schola Saxonum in una struttura ospedaliera: nasce così l'Ospedale. La gestione fu affidata a Guido di Montepellier, fondatore dell'ordine del Santo Spirito e dell'omonima confraternita in Francia. L'ordine offriva assistenza caritatevole ai poveri e bisognosi e divenne anche la personificazione degli obblighi di carità della curia romana.


Nel 1201 fu donata dal Papa ai confratelli la chiesa di Santa Maria in Sassia, con l'annesso ospizio.

Il progetto del Papa era di creare un grande ordine di assistenza ai malati da far espandere in tutta Europa: infatti entro il 1500 i principi dell'ordine, il suo stesso simbolo (la doppia croce e la colomba dello Spirito Santo) si ritrovano in oltre 1000 ospedali.

Innocenzo III ottenne dal re d'Inghilterra, Giovanni Senza Terra, la donazione delle terre inglesi e anche l'elemosina perpetua a favore dei bisognosi (garantendo il sostentamento economico della struttura).


I lavori poterono così iniziare e furono affidati all'architetto Melchiorre d'Arezzo: si conclusero nel 1204. L'ospedale fu costruito laddove si trovata Hospitalis Anglorum, l'antico ospizio anglosassone. 

L'iniziativa del Papa sancì per la prima volta l'impegno civile nell'assistenza degli infermi.

L'ospedale si considera inoltre come il primo non militare.

Nel 1198 papa Innocenzo III decise di trasformare la Schola Saxonum in una struttura ospedaliera: nasce così l'Ospedale. La gestione fu affidata a Guido di Montepellier, fondatore dell'ordine del Santo Spirito e dell'omonima confraternita in Francia. L'ordine offriva assistenza caritatevole ai poveri e bisognosi e divenne anche la personificazione degli obblighi di carità della curia romana.

Nel 1201 fu donata dal Papa ai confratelli la chiesa di Santa Maria in Sassia, con l'annesso ospizio.

Il progetto del Papa era di creare un grande ordine di assistenza ai malati da far espandere in tutta Europa: infatti entro il 1500 i principi dell'ordine, il suo stesso simbolo (la doppia croce e la colomba dello Spirito Santo) si ritrovano in oltre 1000 ospedali.

Innocenzo III ottenne dal re d'Inghilterra, Giovanni Senza Terra, la donazione delle terre inglesi e anche l'elemosina perpetua a favore dei bisognosi (garantendo il sostentamento economico della struttura). I lavori poterono così iniziare e furono affidati all'architetto Melchiorre d'Arezzo: si conclusero nel 1204. L'ospedale fu costruito laddove si trovata Hospitalis Anglorum, l'antico ospizio anglosassone. 

L'iniziativa del Papa sancì per la prima volta l'impegno civile nell'assistenza degli infermi.

L'ospedale si considera inoltre come il primo non militare.

Nel 1198 papa Innocenzo III decise di trasformare la Schola Saxonum in una struttura ospedaliera: nasce così l'Ospedale. La gestione fu affidata a Guido di Montepellier, fondatore dell'ordine del Santo Spirito e dell'omonima confraternita in Francia. L'ordine offriva assistenza caritatevole ai poveri e bisognosi e divenne anche la personificazione degli obblighi di carità della curia romana.

Nel 1201 fu donata dal Papa ai confratelli la chiesa di Santa Maria in Sassia, con l'annesso ospizio.

Il progetto del Papa era di creare un grande ordine di assistenza ai malati da far espandere in tutta Europa: infatti entro il 1500 i principi dell'ordine, il suo stesso simbolo (la doppia croce e la colomba dello Spirito Santo) si ritrovano in oltre 1000 ospedali.

Innocenzo III ottenne dal re d'Inghilterra, Giovanni Senza Terra, la donazione delle terre inglesi e anche l'elemosina perpetua a favore dei bisognosi (garantendo il sostentamento economico della struttura). I lavori poterono così iniziare e furono affidati all'architetto Melchiorre d'Arezzo: si conclusero nel 1204. L'ospedale fu costruito laddove si trovata Hospitalis Anglorum, l'antico ospizio anglosassone. 

L'iniziativa del Papa sancì per la prima volta l'impegno civile nell'assistenza degli infermi.

L'ospedale si considera inoltre come il primo non militare.

Nell'ambito della riforma ospedaliera del XV secolo, in cui l'assistenza medica si basò non più sulla carità ma sul sapere medico-scientifico facendo diventare il medico-monaco uno specialista, la struttura divenne un luogo di cura effettivo per i malati. Si considera infatti come il capostipide degli ospedali moderni.

Nel Quattrocento l'ospedale fu ristrutturato nel novero della generale ristrutturazione urbanistica di Roma, in vista del Giubileo del 1474, voluta dal papa Sisto IV. Ne rimane ad oggi visibile solo il campanile. L'intervento più rilevante del pontefice fu la commissione della Corsia Sistina, realizzata dall'architetto Baccio Pontelli fra il 1474 e il 1476: si tratta di una struttura longitudinale interrotta da un tiburio centrale (struttura architettonica di forma ottagonale), dal quale partono due sale longitudinali decorate ad affresco. La decorazione, realizzata fra il 1478 e il 1481, è composta da diversi pannelli nei quali si ripercorrono le prime fasi costruttive sotto Innocenzo III e le fasi ricostruttive sotto Sisto IV. La volontà era quella di creare un parallelismo fra l'operato dei due pontefici, a cui si aggiunge l'intento autocelebrativo a livello politico di Sisto IV.

La corsia sistina nel corso del tempo subì diverse trasformazioni. Nel Seicento papa Alessandro VII fece aggiungere un terzo braccio, la Corsia Alessandrina, perpendicolare rispetto ai due preesistenti: dal 1933 vi è ospitato il Museo Nazionale di Storia dell'Arte Sanitaria dell'Accademia omonima. Nel Novecento la corsia fu divisa in due sezioni denominate Sala Lancisi e Sala Baglivi, in memoria dei due medici omonimi.

Nell'ambito della riforma ospedaliera del XV secolo, in cui l'assistenza medica si basò non più sulla carità ma sul sapere medico-scientifico facendo diventare il medico-monaco uno specialista, la struttura divenne un luogo di cura effettivo per i malati. Si considera infatti come il capostipide degli ospedali moderni.

Nel Quattrocento l'ospedale fu ristrutturato nel novero della generale ristrutturazione urbanistica di Roma, in vista del Giubileo del 1474, voluta dal papa Sisto IV. Ne rimane ad oggi visibile solo il campanile. L'intervento più rilevante del pontefice fu la commissione della Corsia Sistina, realizzata dall'architetto Baccio Pontelli fra il 1474 e il 1476: si tratta di una struttura longitudinale interrotta da un tiburio centrale (struttura architettonica di forma ottagonale), dal quale partono due sale longitudinali decorate ad affresco. La decorazione, realizzata fra il 1478 e il 1481, è composta da diversi pannelli nei quali si ripercorrono le prime fasi costruttive sotto Innocenzo III e le fasi ricostruttive sotto Sisto IV. La volontà era quella di creare un parallelismo fra l'operato dei due pontefici, a cui si aggiunge l'intento autocelebrativo a livello politico di Sisto IV.

La corsia sistina nel corso del tempo subì diverse trasformazioni. Nel Seicento papa Alessandro VII fece aggiungere un terzo braccio, la Corsia Alessandrina, perpendicolare rispetto ai due preesistenti: dal 1933 vi è ospitato il Museo Nazionale di Storia dell'Arte Sanitaria dell'Accademia omonima. Nel Novecento la corsia fu divisa in due sezioni denominate Sala Lancisi e Sala Baglivi, in memoria dei due medici omonimi.

Nell'ambito della riforma ospedaliera del XV secolo, in cui l'assistenza medica si basò non più sulla carità ma sul sapere medico-scientifico facendo diventare il medico-monaco uno specialista, la struttura divenne un luogo di cura effettivo per i malati. Si considera infatti come il capostipide degli ospedali moderni.

Nel Quattrocento l'ospedale fu ristrutturato nel novero della generale ristrutturazione urbanistica di Roma, in vista del Giubileo del 1474, voluta dal papa Sisto IV. Ne rimane ad oggi visibile solo il campanile. L'intervento più rilevante del pontefice fu la commissione della Corsia Sistina, realizzata dall'architetto Baccio Pontelli fra il 1474 e il 1476: si tratta di una struttura longitudinale interrotta da un tiburio centrale (struttura architettonica di forma ottagonale), dal quale partono due sale longitudinali decorate ad affresco. La decorazione, realizzata fra il 1478 e il 1481, è composta da diversi pannelli nei quali si ripercorrono le prime fasi costruttive sotto Innocenzo III e le fasi ricostruttive sotto Sisto IV. La volontà era quella di creare un parallelismo fra l'operato dei due pontefici, a cui si aggiunge l'intento autocelebrativo a livello politico di Sisto IV.

La corsia sistina nel corso del tempo subì diverse trasformazioni. Nel Seicento papa Alessandro VII fece aggiungere un terzo braccio, la Corsia Alessandrina, perpendicolare rispetto ai due preesistenti: dal 1933 vi è ospitato il Museo Nazionale di Storia dell'Arte Sanitaria dell'Accademia omonima. Nel Novecento la corsia fu divisa in due sezioni denominate Sala Lancisi e Sala Baglivi, in memoria dei due medici omonimi.

Nell'ambito della riforma ospedaliera del XV secolo, in cui l'assistenza medica si basò non più sulla carità ma sul sapere medico-scientifico facendo diventare il medico-monaco uno specialista, la struttura divenne un luogo di cura effettivo per i malati. Si considera infatti come il capostipide degli ospedali moderni.

Nel Quattrocento l'ospedale fu ristrutturato nel novero della generale ristrutturazione urbanistica di Roma, in vista del Giubileo del 1474, voluta dal papa Sisto IV. Ne rimane ad oggi visibile solo il campanile. L'intervento più rilevante del pontefice fu la commissione della Corsia Sistina, realizzata dall'architetto Baccio Pontelli fra il 1474 e il 1476: si tratta di una struttura longitudinale interrotta da un tiburio centrale (struttura architettonica di forma ottagonale), dal quale partono due sale longitudinali decorate ad affresco. La decorazione, realizzata fra il 1478 e il 1481, è composta da diversi pannelli nei quali si ripercorrono le prime fasi costruttive sotto Innocenzo III e le fasi ricostruttive sotto Sisto IV. La volontà era quella di creare un parallelismo fra l'operato dei due pontefici, a cui si aggiunge l'intento autocelebrativo a livello politico di Sisto IV.

La corsia sistina nel corso del tempo subì diverse trasformazioni. Nel Seicento papa Alessandro VII fece aggiungere un terzo braccio, la Corsia Alessandrina, perpendicolare rispetto ai due preesistenti: dal 1933 vi è ospitato il Museo Nazionale di Storia dell'Arte Sanitaria dell'Accademia omonima. Nel Novecento la corsia fu divisa in due sezioni denominate Sala Lancisi e Sala Baglivi, in memoria dei due medici omonimi.

In età romana la zona era occupata dagli Horti di Aggripina Maior, un complesso di edifici d'età imperiale realizzati tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., compresi fra il Gianicolo e il corso del Tevere. Ancora oggi, nelle cantine sottostanti le corsie sistine del Quattrocento, è possibile osservarne alcuni resti archeologici fra cui pareti in opus reticulatum, pavimenti in mosaico, sculture e affreschi. 

In età romana la zona era occupata dagli Horti di Aggripina Maior, un complesso di edifici d'età imperiale realizzati tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., compresi fra il Gianicolo e il corso del Tevere. Ancora oggi, nelle cantine sottostanti le corsie sistine del Quattrocento, è possibile osservarne alcuni resti archeologici fra cui pareti in opus reticulatum, pavimenti in mosaico, sculture e affreschi. 

In età romana la zona era occupata dagli Horti di Aggripina Maior, un complesso di edifici d'età imperiale realizzati tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., compresi fra il Gianicolo e il corso del Tevere. Ancora oggi, nelle cantine sottostanti le corsie sistine del Quattrocento, è possibile osservarne alcuni resti archeologici fra cui pareti in opus reticulatum, pavimenti in mosaico, sculture e affreschi. 

Le origini: la Schola Saxonum

In età romana la zona era occupata dagli Horti di Aggripina Maior, un complesso di edifici d'età imperiale realizzati tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., compresi fra il Gianicolo e il corso del Tevere. Ancora oggi, nelle cantine sottostanti le corsie sistine del Quattrocento, è possibile osservarne alcuni resti archeologici fra cui pareti in opus reticulatum, pavimenti in mosaico, sculture e affreschi. 

Fra l'VIII e il IX secolo nei territori circostanti il Borgo Vaticano vennero istituite le scholae, borghi per garantire ristoro e protezione ai pellegrini delle popolazioni da poco evangelizzate dell'Europa del Nord. Tra queste la Schola Saxonum, voluta dal re del Wessex nell'VIII, era provvista di un ospizio (hospitalis Anglorum), di una chiesa (Santa Maria in Saxia) e di un cimitero. Essa doveva ospitare i fedeli anglossassoni giunti a Roma.

La nascita dell'ospedale

Nel 1198 papa Innocenzo III decise di trasformare la Schola Saxonum in una struttura ospedaliera: nasce così l'Ospedale. La gestione fu affidata a Guido di Montepellier, fondatore dell'ordine del Santo Spirito e dell'omonima confraternita in Francia. L'ordine offriva assistenza caritatevole ai poveri e bisognosi e divenne anche la personificazione degli obblighi di carità della curia romana.

Nel 1201 fu donata dal Papa ai confratelli la chiesa di Santa Maria in Sassia, con l'annesso ospizio.

Il progetto del Papa era di creare un grande ordine di assistenza ai malati da far espandere in tutta Europa: infatti entro il 1500 i principi dell'ordine, il suo stesso simbolo (la doppia croce e la colomba dello Spirito Santo) si ritrovano in oltre 1000 ospedali.

Innocenzo III ottenne dal re d'Inghilterra, Giovanni Senza Terra, la donazione delle terre inglesi e anche l'elemosina perpetua a favore dei bisognosi (garantendo il sostentamento economico della struttura). I lavori poterono così iniziare e furono affidati all'architetto Melchiorre d'Arezzo: si conclusero nel 1204. L'ospedale fu costruito laddove si trovata Hospitalis Anglorum, l'antico ospizio anglosassone. 

L'iniziativa del Papa sancì per la prima volta l'impegno civile nell'assistenza degli infermi.

L'ospedale si considera inoltre come il primo non militare.

La Corsia Sistina

Nell'ambito della riforma ospedaliera del XV secolo, in cui l'assistenza medica si basò non più sulla carità ma sul sapere medico-scientifico facendo diventare il medico-monaco uno specialista, la struttura divenne un luogo di cura effettivo per i malati. Si considera infatti come il capostipide degli ospedali moderni.

Nel Quattrocento l'ospedale fu ristrutturato nel novero della generale ristrutturazione urbanistica di Roma, in vista del Giubileo del 1474, voluta dal papa Sisto IV. Ne rimane ad oggi visibile solo il campanile. L'intervento più rilevante del pontefice fu la commissione della Corsia Sistina, realizzata dall'architetto Baccio Pontelli fra il 1474 e il 1476: si tratta di una struttura longitudinale interrotta da un tiburio centrale (struttura architettonica di forma ottagonale), dal quale partono due sale longitudinali decorate ad affresco. La decorazione, realizzata fra il 1478 e il 1481, è composta da diversi pannelli nei quali si ripercorrono le prime fasi costruttive sotto Innocenzo III e le fasi ricostruttive sotto Sisto IV. La volontà era quella di creare un parallelismo fra l'operato dei due pontefici, a cui si aggiunge l'intento autocelebrativo a livello politico di Sisto IV.

La corsia sistina nel corso del tempo subì diverse trasformazioni. Nel Seicento papa Alessandro VII fece aggiungere un terzo braccio, la Corsia Alessandrina, perpendicolare rispetto ai due preesistenti: dal 1933 vi è ospitato il Museo Nazionale di Storia dell'Arte Sanitaria dell'Accademia omonima. Nel Novecento la corsia fu divisa in due sezioni denominate Sala Lancisi e Sala Baglivi, in memoria dei due medici omonimi.

Gli interventi nel '500

L'aspetto attuale della Chiesa è quello della ristrutturazione cinquecentesca. I lavori, iniziati da papa Paolo III e affidati all'architetto Antonio da Sangallo, si conclusero nel 1590 sotto il pontificato di Sisto V.

La chiesa a navata unica presenta una vasta decorazione ad affresco, portata avanti dal Commendatore Bernardino Cirillo (impegnato anche nella realizzazione del Palazzo del Commendatore).

La decorazione architettonica della chiesa è stata spesso definita come un'esaltazione dell'ideologia dell'ordine ospedaliero perché ne ripercorre i fatti salienti della storia dell'istituzione. 

Nella seconda metà del Cinquecento sotto il pontificato di Pio V vennero realizzati una serie di edifici per occupare lo spazio vuoto creatosi fra la Corsia Sistina e la Chiesa. Tra le costruzioni si distingue per bellezza e importanza il Palazzo del Commendatore che fu realizzato dall'architetto Nanni di Baccio Bigio. Sotto papa Gregorio XIII come Commendatore fu nominato Tesco Aldrovrandi che si occupò delle decorazioni pittoriche nel portico (commissionate nel 1576 al pittore salernitano Ercole Perillo) e nella Sala del Commendatore. In essa artisti appartenenti alla cerchia di Lorenzo Sabatini realizzarono dipinti sulla storia dell'ospedale, enfatizzando le figure di Innocenzo III e Sisto IV. Sempre al primo piano venne successivamente istituita la Biblioteca Lancisiana, fondata nel 1714 da Giovanni Maria Lancisi sotto Clemente XI, come luogo di studio e documentazione per i giovani medici tirocinanti. 

Dal '600 a oggi

Nel Seicento rilevante fu l'intervento di Bernini e della sua scuola sull'arco d'ingresso, che doveva precedere il marmoereo "Portale del Paradiso" di Andrea Bregno (visibile per chi accede dalla via di Borgo Santo Spirito).

L'attuale consistenza del complesso ospedaliero è sostanzialmente quella raggiunta nel Seicento, anche se la nuova situazione urbanistica ne modifica in parte la valenza originaria.


A partire dal 1978 il Comune di Roma si è occupato del patrimonio immobiliare e storico-artistico-monumentale degli Enti Ospedalieri disciolti e ha promosso una serie di attività di appronfondimento conoscitivo, di conservazione e di valorizzazione. A distanza di 800 anni rimane ancora  importantissimo il retaggio culturale dell'ospedale per la storia sanitaria, artistica, religiosa e sociale di Roma. 

Fra l'VIII e il IX secolo nei territori circostanti il Borgo Vaticano vennero istituite le scholae, borghi per garantire ristoro e protezione ai pellegrini delle popolazioni da poco evangelizzate dell'Europa del Nord. Tra queste la Schola Saxonum, voluta dal re del Wessex nell'VIII, era provvista di un ospizio (hospitalis Anglorum), di una chiesa (Santa Maria in Saxia) e di un cimitero. Essa doveva ospitare i fedeli anglossassoni giunti a Roma.

Fra l'VIII e il IX secolo nei territori circostanti il Borgo Vaticano vennero istituite le scholae, borghi per garantire ristoro e protezione ai pellegrini delle popolazioni da poco evangelizzate dell'Europa del Nord. Tra queste la Schola Saxonum, voluta dal re del Wessex nell'VIII, era provvista di un ospizio (hospitalis Anglorum), di una chiesa (Santa Maria in Saxia) e di un cimitero. Essa doveva ospitare i fedeli anglossassoni giunti a Roma.

L'aspetto attuale della Chiesa è quello della ristrutturazione cinquecentesca. I lavori, iniziati da papa Paolo III e affidati all'architetto Antonio da Sangallo, si conclusero nel 1590 sotto il pontificato di Sisto V.

La chiesa a navata unica presenta una vasta decorazione ad affresco, portata avanti dal Commendatore Bernardino Cirillo (impegnato anche nella realizzazione del Palazzo del Commendatore).

La decorazione architettonica della chiesa è stata spesso definita come un'esaltazione dell'ideologia dell'ordine ospedaliero perché ne ripercorre i fatti salienti della storia dell'istituzione. 

Nella seconda metà del Cinquecento sotto il pontificato di Pio V vennero realizzati una serie di edifici per occupare lo spazio vuoto creatosi fra la Corsia Sistina e la Chiesa. Tra le costruzioni si distingue per bellezza e importanza il Palazzo del Commendatore che fu realizzato dall'architetto Nanni di Baccio Bigio. Sotto papa Gregorio XIII come Commendatore fu nominato Tesco Aldrovrandi che si occupò delle decorazioni pittoriche nel portico (commissionate nel 1576 al pittore salernitano Ercole Perillo) e nella Sala del Commendatore. In essa artisti appartenenti alla cerchia di Lorenzo Sabatini realizzarono dipinti sulla storia dell'ospedale, enfatizzando le figure di Innocenzo III e Sisto IV. Sempre al primo piano venne successivamente istituita la Biblioteca Lancisiana, fondata nel 1714 da Giovanni Maria Lancisi sotto Clemente XI, come luogo di studio e documentazione per i giovani medici tirocinanti. 

L'aspetto attuale della Chiesa è quello della ristrutturazione cinquecentesca. I lavori, iniziati da papa Paolo III e affidati all'architetto Antonio da Sangallo, si conclusero nel 1590 sotto il pontificato di Sisto V.

La chiesa a navata unica presenta una vasta decorazione ad affresco, portata avanti dal Commendatore Bernardino Cirillo (impegnato anche nella realizzazione del Palazzo del Commendatore).

La decorazione architettonica della chiesa è stata spesso definita come un'esaltazione dell'ideologia dell'ordine ospedaliero perché ne ripercorre i fatti salienti della storia dell'istituzione. 

Nella seconda metà del Cinquecento sotto il pontificato di Pio V vennero realizzati una serie di edifici per occupare lo spazio vuoto creatosi fra la Corsia Sistina e la Chiesa. Tra le costruzioni si distingue per bellezza e importanza il Palazzo del Commendatore che fu realizzato dall'architetto Nanni di Baccio Bigio. Sotto papa Gregorio XIII come Commendatore fu nominato Tesco Aldrovrandi che si occupò delle decorazioni pittoriche nel portico (commissionate nel 1576 al pittore salernitano Ercole Perillo) e nella Sala del Commendatore. In essa artisti appartenenti alla cerchia di Lorenzo Sabatini realizzarono dipinti sulla storia dell'ospedale, enfatizzando le figure di Innocenzo III e Sisto IV. Sempre al primo piano venne successivamente istituita la Biblioteca Lancisiana, fondata nel 1714 da Giovanni Maria Lancisi sotto Clemente XI, come luogo di studio e documentazione per i giovani medici tirocinanti. 

L'aspetto attuale della Chiesa è quello della ristrutturazione cinquecentesca. I lavori, iniziati da papa Paolo III e affidati all'architetto Antonio da Sangallo, si conclusero nel 1590 sotto il pontificato di Sisto V.

La chiesa a navata unica presenta una vasta decorazione ad affresco, portata avanti dal Commendatore Bernardino Cirillo (impegnato anche nella realizzazione del Palazzo del Commendatore).

La decorazione architettonica della chiesa è stata spesso definita come un'esaltazione dell'ideologia dell'ordine ospedaliero perché ne ripercorre i fatti salienti della storia dell'istituzione. 

Nella seconda metà del Cinquecento sotto il pontificato di Pio V vennero realizzati una serie di edifici per occupare lo spazio vuoto creatosi fra la Corsia Sistina e la Chiesa. Tra le costruzioni si distingue per bellezza e importanza il Palazzo del Commendatore che fu realizzato dall'architetto Nanni di Baccio Bigio. Sotto papa Gregorio XIII come Commendatore fu nominato Tesco Aldrovrandi che si occupò delle decorazioni pittoriche nel portico (commissionate nel 1576 al pittore salernitano Ercole Perillo) e nella Sala del Commendatore. In essa artisti appartenenti alla cerchia di Lorenzo Sabatini realizzarono dipinti sulla storia dell'ospedale, enfatizzando le figure di Innocenzo III e Sisto IV. Sempre al primo piano venne successivamente istituita la Biblioteca Lancisiana, fondata nel 1714 da Giovanni Maria Lancisi sotto Clemente XI, come luogo di studio e documentazione per i giovani medici tirocinanti. 

Nel Seicento rilevante fu l'intervento di Bernini e della sua scuola sull'arco d'ingresso, che doveva precedere il marmoereo "Portale del Paradiso" di Andrea Bregno (visibile per chi accede dalla via di Borgo Santo Spirito).

L'attuale consistenza del complesso ospedaliero è sostanzialmente quella raggiunta nel Seicento, anche se la nuova situazione urbanistica ne modifica in parte la valenza originaria.


A partire dal 1978 il Comune di Roma si è occupato del patrimonio immobiliare e storico-artistico-monumentale degli Enti Ospedalieri disciolti e ha promosso una serie di attività di appronfondimento conoscitivo, di conservazione e di valorizzazione. A distanza di 800 anni rimane ancora  importantissimo il retaggio culturale dell'ospedale per la storia sanitaria, artistica, religiosa e sociale di Roma. 

Nel Seicento rilevante fu l'intervento di Bernini e della sua scuola sull'arco d'ingresso, che doveva precedere il marmoereo "Portale del Paradiso" di Andrea Bregno (visibile per chi accede dalla via di Borgo Santo Spirito).

L'attuale consistenza del complesso ospedaliero è sostanzialmente quella raggiunta nel Seicento, anche se la nuova situazione urbanistica ne modifica in parte la valenza originaria.


A partire dal 1978 il Comune di Roma si è occupato del patrimonio immobiliare e storico-artistico-monumentale degli Enti Ospedalieri disciolti e ha promosso una serie di attività di appronfondimento conoscitivo, di conservazione e di valorizzazione. A distanza di 800 anni rimane ancora  importantissimo il retaggio culturale dell'ospedale per la storia sanitaria, artistica, religiosa e sociale di Roma. 

Nel Seicento rilevante fu l'intervento di Bernini e della sua scuola sull'arco d'ingresso, che doveva precedere il marmoereo "Portale del Paradiso" di Andrea Bregno (visibile per chi accede dalla via di Borgo Santo Spirito).

L'attuale consistenza del complesso ospedaliero è sostanzialmente quella raggiunta nel Seicento, anche se la nuova situazione urbanistica ne modifica in parte la valenza originaria.


A partire dal 1978 il Comune di Roma si è occupato del patrimonio immobiliare e storico-artistico-monumentale degli Enti Ospedalieri disciolti e ha promosso una serie di attività di appronfondimento conoscitivo, di conservazione e di valorizzazione. A distanza di 800 anni rimane ancora  importantissimo il retaggio culturale dell'ospedale per la storia sanitaria, artistica, religiosa e sociale di Roma. 

La nascita dell'ospedale
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La Corsia Sistina
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Gli interventi nel '500
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Dal '600 a oggi
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Ospedale Santo

Spirito in Sassia

Nel 1198 nasce l’Ospedale di Santo Spirito in Sassia, gestito dall'omonima confraternita che forniva assistenza caritatevole ai poveri e ai bisognosi. Nel 1201 è annessa la chiesa di Santa Maria in Sassia. Tra le meraviglie che ospita il complesso ospedaliero, ne è un esempio la Corsia Sistina.

Nel 1198 nasce l’Ospedale di Santo Spirito in Sassia, gestito dall'omonima confraternita che forniva assistenza caritatevole ai poveri e ai bisognosi. Nel 1201 è annessa la chiesa di Santa Maria in Sassia. Tra le meraviglie che ospita il complesso ospedaliero, ne è un esempio la Corsia Sistina.

Le origini: la Schola Saxonum

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